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UN VENETO SU QUATTRO PREFERISCE DOLCI DI NATALE ARTIGIANI VASCO MAZZARI “LA NOSTRA FORZA: TRADIZIONE, QUALITÀ ED UN OCCHIO AL PREZZO”

Sono quasi 600mila le famiglie venete che preferiscono i dolci di Natale artigianali. A stimarlo l’indagine condotta dall’Osservatorio ISPO-Confartigianato che rileva come nel 2011 la quota di popolazione regionale  maggiorenne che preferisce i dolci di ricorrenza artigianali a quelli industriali è pari al 25%. Preferenza che supera, seppur di poco, quella per il prodotto industriale.
Tradizione, qualità delle materie prima, cura nella lavorazione e freschezza, dunque, sono le caratteristiche dei dolci da ricorrenza artigianali li fanno preferire a 574.349 famiglie equivalente a una popolazione maggiorenne di 1.161.000 abitanti.
“Un attestazione di fiducia importante che ci porta ad essere ottimisti sulle vendite di specialità alimentari artigianali in occasione delle ormai imminenti festività che dovrebbero mantenersi sui livelli, molto buoni, raggiunti l’anno scorso”. La previsione è del presidente regionale degli alimentaristi Confartigianato, il padovano Vasco Mazzari: “L’artigianato alimentare è in costante crescita, il pubblico premia la scelta della qualità e della valorizzazione dei prodotti tipici e locali –spiega Mazzari- Ciò fa ritenere che anche in occasione delle festività natalizie l’alimentare artigiano, che si tratti di dolci o altri prodotti, verrà premiato dalla clientela. Certo, in una situazione di crisi pesante, di incertezza per il futuro, non possiamo aspettarci una forte crescita, ma pensiamo di mantenere le posizioni, anche perché ci siamo molto impegnati a contenere i prezzi”.
Prendiamo, ad esempio, i prezzi della pasticceria, che in occasione delle festività rappresenta buona parte degli acquisti di alimentari: “Il costo delle materie prime è aumentato molto più dell’inflazione, spesso a due cifre –spiega Mazzari- Si va dal più 16% dello zucchero al 7,3% delle farine, al 6,7% del burro e al 5,6% di cacao e cioccolato in polvere. Ciò nonostante, il prezzi della pasticceria sono aumentati del 2,6% e quelli del cioccolato di 3,7%: aumenti decisamente contenuti, se si considera anche la crescita della pressione tributaria, dell’energia e di tutte le tariffe. Perciò pensiamo che il mercato risponderà positivamente al nostro sforzo, anche se i fatturati, ovviamente, non saranno entusiasmanti”.
La crescita dell’alimentare artigiano è costante. Nonostante la crisi. A giugno del 2011 il numero di imprese era, in Veneto, sopra le 8 mila unità: per l’esattezza, 8.213, con un aumento di 199 aziende rispetto alla stessa data dell’ anno precedente. Il maggior numero di aziende opera nella ristorazione (3.859); seguono la panificazione  (1690), gli alimentari vari (1082) e la pasticceria (604). L’andamento positivo del settore a livello regionale trova conferma su scala nazionale: a fine settembre le aziende dell’artigianato alimentare erano 88.732, più 1,4% rispetto a settembre 2010.
“Per completare il quadro, possiamo aggiungere che il nostro Paese è il primo in Europa per i prodotti alimentari di qualità Dop, Igp e Stg – conclude Mazzari- Sono il 22,1% del totale, più della Francia che arriva al 18,3%. Di questi, molti sono “made in Veneto”: dal grana padano al formaggio asiago, all’olio del Garda ai fagioli di Lamon, al radicchio di Treviso al prosciutto Berico-Euganeo. Per non dire dei prodotti da forno: sono prodotti tradizionali, solo per dirne alcuni, i biscotti bussolai, il pandoro, le fave alla veneziana, zaletti, galani e crostoli”.

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