VENETO, IL 2012 UN ALTRO ANNO DI RECESSIONE: PREVISIONE PIL -1,6%. IL 2011 CHIUSO IN LIEVE CRESCITA (+0,6%) GRAZIE ALL’EXPORT (+10,2%). RECORD PER IL TURISMO
Anteprima alla 46a Relazione sulla situazione economica regionale
In un 2011 che ha visto il Pil mondiale crescere del +3,8%, quello dell’Eurozona del +1,4% e quello italiano del +0,5%, il Pil del Veneto ha chiuso il 2011 con un lieve aumento del +0,6% ma le previsioni per il 2012 registrano una brusca frenata con una flessione del -1,6%. Il quadro dell’economia regionale, che si avvale anche quest’anno del contributo di Confartigianato Imprese Veneto e di Ceav per le tendenze dell’artigianato e dell’edilizia, è stato illustrato stamattina durante la presentazione della 13esima Anteprima alla relazione sulla situazione economica. Presenti per la Confartigianato Imprese Veneto il Presidente, Giuseppe Sbalchiero ed il Segretario Patrizio Morettin.
Relatori: Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto, Serafino Pitingaro, responsabile Centro Studi Unioncamere del Veneto, Michele Bernasconi, professore ordinario di Scienza delle Finanze presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, e Dario Vezzaro, responsabile filiale di Padova di Banca Popolare Etica. La modesta crescita del Pil regionale (+0,6%) è in linea col Nordest (+0,6%), Emilia Romagna (+0,7%) e Piemonte (+0,6%), ma risulta migliore di Trentino Alto Adige (+0,5%), Lombardia (+0,4%) e Friuli Venezia Giulia (+0,3%). Sull’andamento del Pil hanno influito il rallentamento dei consumi privati delle famiglie (solo +0,5%) e degli investimenti (-0,6%). Determinante positivamente il ruolo delle esportazioni cresciute del +10,2%, per un valore di oltre 50 miliardi di euro, anche se la dinamica è andata progressivamente riducendosi nel corso dell’anno. L’avanzo commerciale è stato di 9,7 miliardi, superiore al 2010, a seguito di una dinamica delle importazioni più debole (+5,9%) rispetto all’export. Il principale mercato di riferimento resta l’Ue27, ma in ridimensionamento: la Germania si conferma primo partner commerciale (il peso sull’export veneto totale è del 13,9%) seguita dalla Francia, ma crescono le esportazioni verso i Paesi BRIC, dove spicca la Cina col +30,6% per i prodotti manifatturieri.
PREVISIONI 2012: Secondo le stime più recenti, le previsioni sono negative: nel 2012 il Veneto registrerà una flessione del -1,6% determinata da una forte contrazione degli investimenti delle imprese (-3,3%), messe a dura prova dalle condizioni del credito e dai ritardi dei pagamenti delle amministrazioni locali vittime del Patto di Stabilità. Decisa contrazione anche per i consumi delle famiglie (-1,8%), complice l’aumento dei prezzi al consumo e la pressione fiscale. Modesto il contributo degli scambi con l’estero (+2,8%); calo dello 0,4% delle unità di lavoro col tasso di disoccupazione che dovrebbe salire al 5,4%.
ANALISI SETTORIALE: Nel 2011 il numero di imprese attive ha registrato una flessione del -0,3% passando da 457.225 a 455.927 unità. Calo più marcato nel manifatturiero (-1,3%) e costruzioni (-0,7%); positivo l’andamento del terziario, con l’unica eccezione di trasporti e logistica (-1,9%). Calano del -1,1% le imprese artigiane attive (141.216), pari a oltre 1.500 unità in meno. Il mercato del lavoro ha chiuso il 2011 con un saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti, quasi il doppio rispetto al 2010: perdite più ingenti nell’industria (13mila). Le ore di Cig autorizzate si sono ridotte del -30% scendendo a un valore di 87 milioni, accompagnate dal calo del numero di crisi aziendali (da 1.425 a 1.063). In crescita la produzione agricola (+5%) con 5 miliardi di euro di fatturato. Positivo il 2011 dell’industria manifatturiera sebbene in rallentamento rispetto al 2010. Sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha registrato una variazione del +2,3% ma con una dinamica decrescente e una chiusura d’anno in contrazione (-1,4%). Il traino è arrivato dalle grandi imprese (+5,5%), resta negativa la dinamica per le microimprese (- 1,7%). Il mercato delle costruzioni, tra 2008 e 2011, ha evidenziato la più grave crisi del settore con una perdita di quasi 3 miliardi d’investimenti (-16,4%): la timida ripresa nel primo semestre 2011 si è tramutata in una nuova spirale negativa nella seconda parte d’anno. Negativo l’andamento delle vendite al dettaglio (-2,7%), in particolare per i prodotti non alimentari (-5%). Nonostante la crisi economico-finanziaria, i prestiti in Veneto hanno registrato un +3,7%, ma concentrati nel primo semestre perché negli ultimi mesi 2011 la variazione è stata negativa. L’andamento dei depositi bancari delle imprese è diminuito (-1,9%), quelli della clientela sono aumentati del +24%: situazione insostenibile per lo sviluppo economico della regione. Anno record per il turismo: nel 2011 si sono registrate oltre 63,4 milioni di presenze (+4,2%) e quasi 15,8 milioni di visitatori (+8,1%), due terzi dal mercato internazionale (39 milioni gli stranieri in Veneto, +11,6%). Il sistema aeroportuale Venezia-Treviso ha toccato i 9,7 milioni di passeggeri (+7,1%), quasi 3,4 milioni quelli transitati per l’aeroporto di Verona (+12%). Il traffico nel porto di Venezia ha chiuso il 2011 con 26,3 milioni di tonnellate di merci (-0,3%). Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto: «Il 2011 per il Veneto è stato un anno a due velocità che tuttavia ha fatto registrare una decelerazione della crescita. In un contesto nazionale di recessione, anche le previsioni dell’economia regionale per il 2012 non sono positive. Dalla seconda metà dell’anno si dovrebbe però registrare una ripresa più dinamica, trainata come sempre dalla vocazione internazionale delle nostre imprese. Un buon andamento dell’export arginerebbe infatti la presumibile ventata recessiva che colpirà ulteriormente i consumi nel primo semestre. Se l’euro continuerà a deprezzarsi, le imprese esportatrici potrebbero guadagnare in competitività, ma la ripresa dipenderà dalla capacità di affrontare i cambiamenti». Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto: «Il Veneto e l’Italia potrebbero farcela a ridurre i danni e gli effetti della crisi economica se, come nel Regno Unito, l’imposizione fiscale venisse ridotta piuttosto che aumentare in modo rilevante e se finalmente le Pubbliche Amministrazioni potessero applicare il Patto di Stabilità pagando le imprese creditrici. In caso contrario, a fronte anche dell’enorme massa di denaro che il Veneto invia all’Amministrazione centrale e non riutilizza sul proprio territorio, circa 16 miliardi di euro all’anno, la situazione di crisi perdurerà nei prossimi mesi con danni permanenti. Si pensi alla chiusura di numerose imprese o ai casi drammatici di suicidi di imprenditori. Una diversa politica fiscale è quindi la base per lo sviluppo economico da tutti auspicato».