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VENETO: INNOVAZIONE DIGITALE PER UNA VERA RIPRESA

Nel 2015 Pil +1,1%, bene export (+5,4%), investimenti in crescita (+1,2%)

Un’economia che cerca di rilanciarsi ma che sconta ancora un ritardo digitale sulla via della reale ripresa. Lo scenario è stato tracciato stamane al padiglione AQUAE di EXPO Venice 2015 durante la presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere del Veneto giunto alla 48esima edizione. A fare gli onori di casa Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto, mentre il Rapporto è stato illustrato da Serafino Pitingaro, responsabile Area Studi e Ricerche Unioncamere del Veneto. A parlare di digitale, cui quest’anno la Relazione ha dedicato un focus di approfondimento, sono stati Luca De Biase, giornalista del Sole 24 Ore e co-fondatore dell’associazione Italia Startup, e Gianluigi Cogo, docente Università Ca’ Foscari di Venezia. La giornata si è chiusa con la consegna del Premio speciale per il cinquantenario di Unioncamere del Veneto (1965-2015) a sette aziende venete. Nutrita la presenza di Confartigianato Veneto con il Presidente Luigi Curto, in veste anche di Presidente della CCIAA di Belluno, Mario Pozza vice presidente della CCIAA di Treviso, Giuseppe Molin vice Presidente CCIAA VE e Giacono Deon Presidente Confartigianato Belluno. «Esiste un nesso molto stretto tra sviluppo delle competenze digitali e performance aziendali. Oggi le imprese attive sulla Rete hanno una propensione ad assumere nuovi lavoratori pari al doppio di quelle non attive e, quando utilizzano professionalità legate alla crescita dell’economia digitale, vedono un incremento della produttività, un aumento del fatturato e una più diffusa presenza sui mercati internazionali – ha sottolineato il presidente di Unioncamere del Veneto Fernando Zilio –. Per accelerare i benefici che potrebbero derivare al consolidamento di una ripresa, che è presente ma rimane debole, servono quindi dosi massicce di innovazione e di e-business. Se saremo davvero in grado di cogliere le opportunità della Rete e coniugarle con il design e la creatività che rendono unici i manufatti del “prodotto in Italia” nel mondo, per il Veneto e per l’intero Paese la strada della crescita potrebbe essere spianata». Secondo le previsioni nel 2015 il Pil del Veneto tornerà ad avere una variazione positiva pari al +1,1% che dovrebbe consolidarsi nel corso del biennio 2016-2017 (+1,8% la crescita media). Tale prospettiva collocherà di nuovo il Veneto tra le regioni traino all’economia italiana (in linea col Nord Est ma leggermente alle spalle della Lombardia, che avrà un +1,3%). Saranno ancora le esportazioni la principale leva di sviluppo con un andamento più dinamico rispetto alle già buone previsioni italiane: l’export veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo dei prodotti energetici e tassi di interesse in discesa grazie all’azione di contrasto alla deflazione della BCE. La crescita comporta tuttavia rischi come sono consapevoli le molte imprese venete, soprattutto dell’agro-alimentare ed arredo-casa, che lavoravano con Russia ed Ucraina: l’instabilità geo-politica in alcune aree, i bassi potenziali di crescita nei principali mercati di sbocco, le possibili crisi finanziarie sono fattori di rischio rilevanti. I consumi delle famiglie in Veneto nel 2015 dovrebbero crescere del +1,7% grazie all’auspicato aumento della base occupazionale e a un effetto positivo delle spese dei turisti stranieri anche collegati all’EXPO di Milano. La spesa pubblica dovrebbe registrare una contrazione (-0,7%), ma un contributo positivo arriverà dagli investimenti privati (+1,2%). Solo nel 2016 le imprese dovrebbero effettuare scelte di investimento tali da incrementare la loro dotazione di capacità produttiva. Stando ai dati relativi ai primi mesi del 2015 non sembra che l’enorme liquidità immessa dalla BCE sia effettivamente arrivata alle PMI: a fine febbraio la consistenza dei prestiti vivi al sistema produttivo veneto è diminuita rispetto a fine 2014 passando da 82,7 miliardi a 82,3 miliardi di euro. L’economia regionale ritroverà nel 2015 un sentiero di crescita che potrebbe essere l’inizio di una nuova fase espansiva anche se non mancano elementi di incertezza sia all’interno del sistema produttivo che nelle istituzioni pubbliche. RITARDO DIGITALE – Sulla base degli ultimi dati disponibili, il Veneto mostra discrete performance digitali. Nella graduatoria delle regioni italiane, il Veneto è decimo per livello di digitalizzazione dei cittadini; ottavo per quanto riguarda le imprese; sesto per le amministrazioni locali. Tuttavia il Veneto sta scontando un ritardo tutto italiano che sta penalizzando il sistema regionale proprio nel momento in cui serve rafforzare l’alleanza tra saper fare tipico del settore manifatturiero e quel sapere terziario e digitale che tanti giovani possiedono. Il digitale è uno dei principali fattori di accelerazione per la crescita economica. Ma prima di tutto è necessario accrescere la cultura digitale delle imprese, specialmente quelle di micro e piccole dimensioni che non riescono ancora a cogliere appieno le opportunità offerte da internet, spesso a causa della mancanza di competenze interne in grado di coniugare tecnologie digitali e vendita attraverso i canali tradizionali. Oggi le imprese non percepiscono la Rete come uno strumento utile per sviluppare l’attività produttiva e/o commerciale. Secondo l’ultimo rapporto di Unioncamere italiana, il 40% degli imprenditori non ritiene internet utile e neanche i social network sono percepiti come strumenti di lavoro: in Italia Facebook, Twitter ed affini hanno un bacino di 28 milioni di utenti, ma solo il 26,5% delle imprese “made in Italy” usa questi mezzi per far correre il proprio nome nella Rete. In Veneto la situazione è migliore ma non mancano sorprese. Se il 98,5% utilizza internet (98,2% in Italia), il 95% è connesso alla banda larga e il 74,3% possiede un sito web (69,2% in Italia). Il 34,2% degli addetti è connesso ad internet una volta a settimana (39,3% la media nazionale), il 39,3% delle imprese acquista online (39,6%) e solo il 7,8% delle imprese vende online (8,2%). Emerge anche un profonda frattura generazionale del sistema produttivo. Il 65% delle imprese nate nel 2014 con a capo “under 35” parte già attiva sul web, nel 57,2% con un proprio sito internet o nel 55,9% con una pagina Facebook. Le altre imprese sono in ritardo. L’adozione dell’Agenda Digitale del Veneto potrebbe contribuire a colmare il divario digitale, infrastrutturale e culturale di imprese e cittadini. Solo sposando la rivoluzione digitale il Veneto potrà assicurarsi crescita economica e aumento dell’occupazione, nella consapevolezza che la Rete e le sue diverse applicazioni possono essere il vantaggio e l’opportunità per l’intero sistema economico regionale.

I Vincitori del “Premio speciale per il cinquantenario di Unioncamere del Veneto”
Deon Edilizia di Deon Mario & C. s.n.c. – Lentiai, Belluno
Saia & Russo s.n.c. di Saia Baldassarre, Russo Modestino e Salvatore – Padova
Ruin Luciano – Lusia, Rovigo
Martelli Ado Igino – San Biagio di Callalta, Treviso
Renè Caovilla s.p.a. – Fiesso d’Artico, Venezia
Santa Margherita s.p.a. – Volargne di Dolcè, Verona
Soprana dal 1910 s.r.l. – Vicenza