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Verso la conferenza europea dell’artigianato 2025

di Gianluca Cavion, presidente Confartigianato Imprese Vicenza

Avranno avuto effetto, i tanti appelli che le organizzazioni dell’artigianato e della piccola impresa hanno rivolto prima delle elezioni europee, per richiamare l’attenzione dei nuovi legislatori e futuri governanti UE sulle esigenze di quei milioni di aziende sulle quali si regge l’economia continentale? Non ci vorrà molto a capirlo, quando Parlamento e Commissione saranno entrati nel pieno delle loro funzioni.

Gianluca Cavion

Quel che è certo, è che l’appuntamento per una prima verifica è già fissato a inizio 2025, quando si terrà la Conferenza Europea dell’Artigianato. Sarà quella la sede in cui, assieme alle associazioni consorelle internazionali, Confartigianato potrà ribadire quel che ha già detto per bocca del presidente Marco Granelli, ovvero che non ci bastano le dichiarazioni della politica, ma servono fatti per affrontare e risolvere i tanti problemi che ostacolano l’attività quotidiana delle imprese. Come testimonia ampiamente questo numero di FareImpresa, anche noi vicentini abbiamo dedicato la nostra Assemblea dei Soci annuale proprio a sottolineare ilruolo centraleche l’artigianato svolge in Europa, garantendo sviluppo economico e sociale, occupazione, trasmissione di competenze e “saper fare”. 

Allo stesso tempo, abbiamo ribadito le priorità cui occorre dare risposta, come il bisogno di un quadro normativo stabile per la “transizione verde” e quella tecnologica, come la riduzione della burocrazia, o la lotta alla concorrenza sleale sui mercati digitali e tradizionali, o ancora l’esigenza di puntare sulla formazione di manodopera qualificata.

Perché è giusto porre al centro delle strategie di sviluppo UE l’artigianato e la piccola impresa? Ma perché questo significa assicurare competitività e futuro a quel mondo produttivo che caratterizza il tessuto stesso europeo, fatto di milioni di aziende che danno lavoro a milioni di addetti, genera valore economico e sociale, pratica già la sostenibilità e l’innovazione tecnologica, favorisce la trasmissione di competenze fra le generazioni, è attore vitale nelle comunità in quanto crea e promuove coesione e inclusione sociale, ivi compreso il capitale umano giovane e femminile.

Di fronte a tutto ciò, la burocrazia non può essere la sola risposta. Le nostre aziende devono affrontare i costi dell’energia, la carenza di manodopera, l’accesso al credito (necessario anche per affrontare la doppia transizione tecnologica e ambientale), la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, tutti aspetti che vanno affrontati con conoscenza della realtà produttiva e fornendo risposte chiare, provvedimenti accessibili.

Perciò, anche la Conferenza Europea dell’Artigianato dovrà porsi l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione delle istituzioni comunitarie sull’importanza delle nostre imprese nell’economia del Vecchio Continente, anche sottolineando che il “valore artigiano” rappresenta un concetto in costante evoluzione produttiva: non si tratta, cioè, di un settore anacronistico, bensì di un modello che dimostra di saper adattarsi al progresso e ai cambiamenti. 

Difatti, le piccole aziende sono diventate anche veri e propri spazi di sperimentazione tecnologica, pur mantenendo inalterati lo spirito del “saper fare”, della flessibilità, così come i valori della persona, della socialità, del radicamento territoriale. 

Le diverse applicazioni del concetto di artigianato in Europa devono perciò essere da stimolo per promuovere un’analoga innovazione legislativa, al passo con i tempi e con la dimensione effettiva delle realtà aziendali, in linea con le loro caratteristiche, e non calate astrattamente dall’alto. 

In questi anni, come Confartigianato abbiamo svolto un importante lavoro per valorizzare il ruolo del mondo produttivo che rappresentiamo, ma le nuove transizioni in atto ci impongono di alzare ulteriormente l’asticella dell’interlocuzione politica, investendo anche noi in ulteriori competenze, in conoscenze e strumenti operativi, nella consapevolezza che il nuovo campo di gioco per l’impresa è (e sarà) l’Europa.

Non siamo soli: con le organizzazioni di altri Paesi stiamo rafforzando sempre di più le relazioni e intendiamo proseguire insieme lungo la strada avviata da ormai diversi anni a tutela delle micro, piccole e medie imprese in UE. Perciò i nuovi parlamentari europei, compresi coloro che sono stati eletti nel Vicentino, sappiano che sulle loro scrivanie non tarderanno ad arrivare parecchi nostri documenti, con i quali solleciteremo altrettante risposte.